Bibiana Perez si racconta: dalla Coppa Del Mondo alla famiglia

Quando la incontri per la prima volta, tutto diresti tranne che hai davanti una altoatesina cresciuta a pochi chilometri dal confine austriaco: carnagione scura, accento bergamasco, parlantina facile ed empatia immediata. Eppure Bibiana Perez, ex atleta Nazionale di Sci Alpino degli anni ’90 con 6 podi in Coppa del Mondo, è stata allevata a pane e sci nella sua Vipiteno, in una casa situata proprio a pochi metri dalla funivia. Anzi, dovremmo dire allevata a pizza e sci perchè il papà, napoletano, si trasferì sull’Isarco per cercare lavoro come pizzaiolo. E lo trovò proprio nella pizzeria che la sua futura moglie stava aprendo in quel periodo.

Bibiana Perez

La famiglia di origine di Bibiana Perez

Quando si aprono i ricordi della sua famiglia d’origine Bibi è un fiume in piena, si capisce subito che si sta trattando un tema che è un pilastro della sua vita e motivo del suo arrivo in Coppa del Mondo. Traspare senza indugi l’amore per la mamma, altoatesina vecchio stampo con i valori di una volta, quelli sani; e il rispetto per il papà, che si innamorò della neve appena arrivato in Alto Adige, e a cui Bibi deve la passione per lo sci.

‘Paradossalmente mia mamma, altoatesina, non sciava, mentre mio papà, di Napoli, trasmise la passione per lo sci a tutti noi figli (5 figli n.d.r.). In realtà solo io e mio fratello Marco iniziammo la strada dello sci agonistico, poi lui abbandonò da ragazzino. Di conseguenza anch’io volevo abbandonare (seguivo in tutto e per tutto mio fratello), ma i miei genitori mi convinsero a continuare: avevano ben intuito che a me sciare piaceva troppo, così come stare fuori da casa. Senza di loro non sarei mai arrivata in Coppa del Mondo. Sono sempre stata uno spirito libero, forse più degli altri ho preso l’animo del sud da mio papà.’

L’esperienza di Bibiana Perez nella squadra Nazionale e la Coppa del Mondo

Arrivano subito anche i primi infortuni: ‘il primo giocando a pallavolo, il secondo saltando giù dai fienili. Non stavo mai ferma. E mi infortunavo proprio poco prima delle gare decisive. Eppure mi ritrovai selezionata dal Comitato Alto Adige in Nazionale C, non so neanche io bene perché. Avevo 16 anni, e il nostro skiman era il mio futuro marito (Barnaba Greppi, attualmente skiman della nazionale slovena, n.d.r.). Ma ero troppo giovane perchè potesse anche solo pensare a me…’ Poi arrivarono i risultati e l’esordio in Coppa del Mondo: ‘all’inizio ero nella squadra delle discipline tecniche. Poi in una delle prime trasferte canadesi mi fecero provare in discesa libera come atleta extra-contingente. Andai forte, e da allora mi fecero gareggiare anche in superg e discesa; da quel momento sono diventata discesista.’

Nelle due stagioni 92-93 e 93-94 Bibi ottiene i suoi risultati più importanti, raggiungendo la prima vittoria in Coppa del Mondo (in combinata a Kvitfjiell davanti alla compagna Morena Gallizio), seguita da altri 5 podi. Compresa la beffa di Flachau, dove assapora la seconda vittoria ma viene superata all’ultimo dalla Koren, scesa col pettorale 66 (clicca qui per rivedere la discesa). ‘La vita da agonista non mi ha mai pesato, l’ho sempre considerata una vita ‘facile’, mi era congeniale. Anche perchè amavo viaggiare e stare lontano da casa, non mi pesava.’

Bibiana Perez

La nuova famiglia di Bibiana Perez

E poi venne il post-agonismo, quello che per molti atleti può essere un passaggio traumatico. Per Bibiana fu naturale, come è lei, sempre senza trucco. ‘Quando con mio marito abbiamo dovuto scegliere dove vivere abbiamo scelto la bergamasca: è un punto centrale per raggiungere ogni parte delle Alpi, e per il lavoro di mio marito è importante per seguire le tappe di Coppa del Mondo. Io non ho avuto problemi ad ambientarmi, parlo anche con i muri. E poi non ho mai sentito quel legame forte con la mia città di origine, e questo mi ha facilitato.’

Poi arrivano i figli, e qui si apre un altro capitolo dell’avventura di Bibi. Chiunque si immaginerebbe due figli malati di sci, con papà skiman (e maestro di sci) e mamma ex Nazionale di Coppa del Mondo. E invece ‘nessuno dei miei due figli ama sciare. Il maschio è patito di calcio, è anche bravo; mia figlia invece pratica poco sport, non è la sua passione. D’altra parte i figli devono prendere la propria strada, anche se a volte mi chiedo: ma da chi hanno preso?

Imparare lo sci

Bibi è ormai da diversi anni fuori dal mondo dello sci, anche se lo vive indirettamente tramite i racconti quotidiani di suo marito. Eppure si sente di dare qualche consiglio: ‘Quando vedevo i ragazzini di 8 anni sui ghiacciai estivi con gli zainoni a parlare di piastre, sciancrature, etc.. dicevo: ma non si stuferanno presto? Non farei sciare i bambini troppo prima di settembre. D’estate occorre allenarsi fisicamente, migliorare la coordinazione, muoversi divertendosi facendo mille sport e mille cose diverse. Poi si dovebbe sciare da settembre per preparare le prime gare di dicembre.’ ‘Per insegnare lo sci occorre innanzitutto fare gruppo, crescere il gruppo come una famiglia, anche in Coppa del Mondo vale lo stesso. Bisogna costruire una squadra!! Lo sci è uno sport individuale ma si sta via tanto insieme, e quindi è fondamentale che si crei unità tra compagni di squadra.’

 

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