7 domande frequenti sullo sci club agonistico

Se state leggendo questo articolo significa che avete pensato (o state pensando) almeno una volta di iscrivere vostro figlio/a ad uno sci club agonistico. Lui/lei ve lo chiede da tempo, ama sciare, e gli piacerebbe poterlo fare sempre, ogni weekend. E non vede l’ora, un giorno, di poter fare le gare, di buttarsi tra i pali nella corsa contro il cronometro.

Ma avete sentito in giro tante cose sulla pratica dello sci alpino agonistico, e le idee non sono chiarissime.

E’ vero, intraprendere l’attività agonistica nello sci alpino è un cammino impegnativo e faticoso, bisogna saperlo. Ma, per chi ha la passione, può essere pieno di soddisfazioni e diventare un percorso di crescita veramente straordinario. I motivi per cui lo sci alpino agonistico è uno sport formativo sono innumerevoli, gli 8 principali li puoi scoprire qui.

Va da sè perciò che nell’approcciare uno sport così impegnativo le domande che sorgono sono tante, sia nei ragazzi che nei loro genitori. L’impegno richiesto, il costo, il tempo… e lo studio?

Cerchiamo di rispondere alle 7 domande più frequenti.

1) Che livello di impegno è richiesto?

L’impegno richiesto da questo sport è molto alto. E’ uno degli aspetti educativi dello sci agonistico: se vuoi raggiungere soddisfazioni, e non solo a livello di risultati, occorre impegno, sacrificio, resilienza, e tanta passione. Ma il tutto verrà ampiamente ripagato.

La stagione agonistica inizia a giugno, con allenamenti estivi e autunnali fino a novembre: in parte in ghiacciaio sugli sci, e in parte di preparazione atletica (vedi domanda n. 5). Soprattutto in questa stagione, la lontananza da casa e la convivenza stretta con i compagni fanno dello sci alpino, al contrario di quanto possa sembrare, uno sport di squadra a tutti gli effetti.

A dicembre si apre poi la stagione invernale, con allenamenti (almeno) ogni weekend in preparazione alle gare, che solitamente sono concentrate tra gennaio e marzo.

sci club milano

2) Come si concilia l’impegno agonistico con lo studio? Si fanno molte assenze a scuola?

La scuola è sicuramente uno dei temi caldi per chi pratica sci agonistico. Tra viaggi, trasferte, allenamenti, e qualche gara (o allenamento) infrasettimanale, il tempo rimanente non è poi molto. Eppure proprio questo è uno degli aspetti più educativi dello sci agonistico: sfidare il ragazzo a mantenere un certo equilibrio tra sport e scuola, cercando di sfruttare ogni momento libero per portare avanti gli studi. E’ una responsabilità e una dote che pochi ragazzi acquisiscono, al di fuori dello sport, e soprattutto di questo sport.

Imperativo: non perdere tempo, mai

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3) Che tipo di allenamento è richiesto durante la settimana?

Chi abita nelle località di montagna può allenarsi anche durante la settimana, dopo la scuola. Molti sci club lo propongono, ma per chi vive lontano ciò è praticamente impossibile. Durante la settimana quindi il consiglio è quello di praticare altri sport, almeno fino alla categoria children, e di mantenere la forma fisica con un programma di preparazione atletica, soprattutto per le categorie più alte.

L’obiettivo è quello di allenare il fisico sulla coordinazione e sull’adattamento a qualsiasi condizione e stimolo, per poi più avanti lavorare anche sul potenziamento muscolare. La multidisciplinarità è un aspetto ritenuto sempre più importante, non a torto, dai più grandi preparatori atletici.

4) Quante gare si fanno nella stagione invernale?

Il numero di gare in inverno dipende di nuovo dalla categoria e dal tipo di circuito in cui si gareggia. Nei circuiti Fisi provinciali si possono fare fino a 10 gare tra gare di Circoscrizione, Provinciali, Pinocchio, eventuali Regionali, etc, ma nella categoria giovani si può arrivare anche fino a 50 gare a stagione.

Fino alla categoria Pulcini si gareggia soltanto in slalom e gigante, dai children viene aggiunta anche la velocità con i SuperG.

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5) Come ci si allena in estate?

Come anticipato al punto 1, in estate si alterna preparazione atletica ad allenamento sugli sci in ghiacciaio. Dove? Stelvio, Cervinia e Les Deux Alpes i ghiacciai più gettonati, ma anche Saas Fee in Svizzera o, per allenamenti mirati di slalom, le strutture al coperto di Amneville in Francia o Landgraaf in Olanda.

La giornata di allenamento in estate è più spostata verso la mattina presto, quando si possono trovare condizioni di neve migliori, per terminare verso ora di pranzo e continuare nel pomeriggio con attività sportive di altro tipo.

Quanti giorni è bene sciare in estate-autunno? In generale più si scia e meglio è, senza però mai esagerare, soprattutto con i più piccoli: lo sci estivo-autunnale è un po’ più stressante di quello invernale per le condizioni che si trovano e la fatica che si fa ad andare in ghiacciaio (alta quota, lunghe funivie, orari anticipati, etc etc).

Mediamente si consiglia comunque almeno una ventina di giorni di allenamento in estate, per mantenere la forma fisica (soprattutto per i più grandi), aiutati anche dall’alta quota, e per lavorare sulla tecnica senza l’incombenza delle gare. Il numero di giornate può essere più basso per i cuccioli (tra i 10 e i 20 giorni), e più elevato per le categorie più alte (per i giovani si può arrivare anche a fare 30-40 giorni).

sci club a milano

6) Quanto costa partecipare a uno sci club agonistico?

Lo sci, lo sappiamo, è uno sport costoso già a livello turistico. L’attività agonistica, di conseguenza, ha costi piuttosto elevati se comparati con altri sport. Ovviamente tali costi sono variabili a seconda del tipo di sci club, della località, della distanza dalle piste, etc etc.:

  • Iscrizione allo sci club: può variare tra i 2000 € e i 4000 € a seconda della categoria e del tipo di proposta agonistica. Trasporti in località esclusi.
  • Attrezzatura: anche qui dipende dalla categoria, ma tra sci, scarponi, divisa ed accessori vari la spesa annuale può variare dai 1.000 € ai 2.000 €.
  • Skipass stagionale: dipende dalla località dove si fa base, ma in generale uno stagionale per atleti tesserati FISi può variare dai 400 ai 600 €, a seconda anche della Regione e della validità territoriale.
  • Hotel: le trasferte sono molte, soprattutto se non si abita in località. Inoltre la stagione estiva richiede comunque per forza di cose di alloggiare fuori. Il costo per i pernottamenti può variare dai 1.000 € ai 3.000 € a seconda della prima variabile in gioco….

Come visto i fattori sono molti: a seconda della categoria e della lontananza dalle montagne una stagione completa di sci club può costare dai 4.000 € ai 9.000 €.

7) E’ possibile conciliare lo sci agonistico con altri sport?

La storia recente ci insegna che esistono grandi campioni che eccellono in più sport, e non potremmo non citare Ester Ledecka, campionessa sia di sci che di snowboard. Sono ovviamente casi molto particolari, perchè se già è difficile eccellere in uno sport, figuriamoci in due…

E’ però vero che praticare altri sport aiuta molto, anche se più si alza il livello più è difficile trovare il tempo per allenarsi in entrambi.

In generale, comunque, tanti sciatori da giovani hanno praticato anche un altro sport ad ottimi livelli (p. es. Manfred Moellg o Riccardo Tonetti), e ciò significa che durante la settimana è possibile portare avanti anche un’altra attività sportiva.

Il consiglio è comunque quello di dare priorità ad uno sport, con la possibilità di praticarne un altro in settimana di supporto al principale, senza però mai tralasciare il tempo giusto per lo studio…

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Luca Sport: i segreti della bottega dello sci milanese

Quasi non si nota, incastrato tra una farmacia e un bar, il negozio di Luca Sport a Milano (www.lucasportmilano.it). Come quelle botteghe di una volta, dove vai a colpo sicuro perchè sai che sono lì da sempre: non hanno alcun bisogno di pubblicità. E infatti il negozio di Viale Monte Nero, soprattutto durante la stagione invernale, è un viavai continuo di clienti, atleti, appassionati, allenatori. Si riempie di tutte quelle persone legate al mondo dello sci che vengono a chiedere, curiosare, comprare, o anche solo ascoltare consigli. E non solo persone della zona: ‘entrano persone provenienti non solo da Milano, ma da tutta Italia e dalla Svizzera . D’altra parte la storia di questi anni ci ha permesso di diventare un riferimento per lo sci, soprattutto milanese ma non solo.’

Da più di 30 anni Marco Vinci gestisce Luca Sport, una vera bottega dedicata ai materiali da sci (e running , trekking e nuoto in estate), e una visione a 360 gradi del movimento agonistico milanese: ‘A Milano il movimento dello sci agonistico è molto ampio e in crescita, anche se piuttosto frammentato. Una buona parte delle famiglie hanno una seconda casa in montagna, affidandosi così agli sci club del luogo.’

Vendere materiali da sci: un'arte

Vendere materiali tecnici da sci non è facile, è ben diverso che servire nei grandi negozi di sport. Qui la differenza la fa la competenza, la capacità di consigliare il materiale giusto in base al livello e alle esigenze tecniche. E’ per questo che da tre anni Luca Sport si è dotato di una speciale macchina per la scansione completa del piede, così da individuare eventuali punti di pressione e adattare lo scarpone in maniera più mirata con le tecniche di Bootfitting.

Ma carpire i segreti di un professionista come Marco non è semplice: ‘Quando un atleta mi chiede uno scarpone mi assicuro innanzitutto che sia della misura corretta. Per i giovani atleti in crescita non una misura in meno, perché deve poter andare bene per tutta la stagione, ma neanche due misure in più (o tre come si vede non troppo raramente). Poi con il bootfitting si sistema la calzata. Non necessariamente i problemi di calzata degli scarponi derivano dalla misura troppo piccola, anzi è più probabile il contrario.’


Poi si apre il tema della durezza: ‘Per quanto riguarda la durezza cerchiamo di parlare con gli allenatori e di confrontarci con loro. Preferisco non eccedere con flex troppo alti, ma il dialogo con l’allenatore è molto importante, così come vedere un video in azione: un conto è la sensazione che ho io in negozio, un conto è il comportamento del ragazzo sulla neve. Ma nel dubbio preferisco il più morbido al più rigido.

Da piccoli dettagli si capisce se è lo scarpone giusto: ‘guardo come il ragazzo lo calza: spesso già da come si calza lo scarpone si capiscono tante cose. E poi come lo piega e come appare il feeling generale. E intanto osservo l’espressione del volto, per capire se lo scarpone va bene veramente o se il desiderio di possesso sta giocando brutti scherzi.

Se per lo scarpone ci vuole molta esperienza e competenza nel consigliare, ‘per lo sci non posso fare molto: altezza e peso contano molto, ma poi sciano con gli allenatori e per me gli allenatori devono avere l’ultima parola.

Luca Sport Sci club a Milano

L'evoluzione dei materiali

Il mondo dell’attrezatura da sci è in continua evoluzione, nonostante la crisi economica abbia lasciato strascichi in quasi tutte le principali aziende produttrici. Eppure per quanto riguarda lo gli sci c’è una evoluzione costante nei materiali e nelle impronte, ma nel mondo Racing è ben difficile che le ditte comunichino ciò che fanno o sperimentano. Ogni anno è una sorpresa, ed effettivamente nell’ultimo decennio il percorso evolutivo dei materiali è stato notevole.’

Discorso diverso invece per gli scarponi: ‘a parte una naturale evoluzione tecnica, la principale differenziazione, in atto ormai da qualche anno, è la sempre maggiore diffusione della personalizzazione degli scarponi.’

Perchè vendere materiali tecnici da sci non è mai professione da improvvisare, occorre possedere le giuste competenze per servire turisti ed atleti di qualsiasi livello: ‘cerchiamo di trattare anche il più piccolo atleta con la stessa attenzione e professionalità che dedichiamo agli atleti adulti.

Anche perchè, non si sa mai, qualche ‘piccolo atleta’ sarà un campione di domani…?

Aiutare la crescita psicofisica dei nostri ragazzi? Si può fare

Quando si parla della nostra mente con un professionista si ha sempre un certo iniziale timore. Entrare nella nostra dimensione della crescita psicofisica non è mai banale. Eppure nell’incontrare Valentina Penati, psicologa con specializzazione nello sport e socia di Sipiss, il timore passa subito.

E’ vero, l’argomento non è affatto banale, ma soprattutto in questo periodo è di enorme importanza. In Italia i nostri ragazzi si muovono sempre meno, con conseguenze alquanto rilevanti sia sulla crescita fisica che su quella psicologica. Invece su questo tema Valentina Penati è molto netta:

L’educazione motoria è fondamentale per la psiche: noi come esseri siamo in continuo movimento. E di conseguenza anche la psiche è sempre in movimento, ma non ci è possibile osservarci dall’esterno. Possiamo però osservarci a livello motorio: lo sviluppo a livello motorio è l’elemento che ci permette di osservare che cambiamo in continuazione, e di capire che cosa controlliamo di noi stessi, anche a livello psicologico.’

Lo sport agonistico

E se l’educazione fisica è importante per la crescita psicofisica dei nostri ragazzi, a maggior ragione chi pratica sport a livello agonistico ha un grande vantaggio:

‘Per gli agonisti c’è un elemento aggiuntivo: la continua sfida con gli altri o con il cronometro, come nel caso dello sci, ti porta a confrontarti con le emozioni: gioia, frustrazione, ansia… è una enorme possibilità di conoscenza più profonda di sè stessi, e quindi di accelerazione della crescita psicofisica del ragazzo.

Lo sport agonistico, spiega Valentina, è importante su più piani: quello Motorio, quello Cognitivo, e quello della Personalità. Nello sci alpino tali piani entrano tutti in gioco, in particolare secondo alcuni fattori:

          innanzitutto è ‘scomodo’, quindi stimola lo sviluppo della capacità di adattamento (logistica, meteo, attrezzatura, spostamenti).

          Il rispetto delle regole, la conoscenza delle relazioni (si entra in contatto con interlocutori diversi), e l’adattamento ai compagni, con cui si deve condividere tutto: viaggi, notti in hotel, allenamenti….

          Lo sviluppo di schemi mentali causa-effetto: consapevolezza del movimento, dentro un contesto di velocità, e quindi sviluppo a livello mentale del fattore del rischio e della sua valutazione e controllo.

          Il contatto con gli elementi naturali e l’ambiente, e quindi il contatto con la realtà, elemento assolutamente non secondario nel mondo virtuale dentro cui sono immersi i nostri ragazzi di oggi.’

Lavorare sugli atleti

Non è quindi difficile intuire che, come il fisico ha bisogno di allenamento per raggiungere determinate prestazioni, anche la nostra mente va conosciuta e allenata. Soprattutto quando si pratica sport agonistico, dove mente e corpo devono collaborare perfettamente.

In Italia c’è purtroppo ancora pochissima cultura in questo senso.  Si lavora molto sull’emergenza, soprattutto dopo infortuni o passaggi di categoria. I passaggi di categoria, in particolare nello sci, portano a volte a veri e propri tracolli psicofisici. Non è così ovviamente per tutti, altri atleti invece reagiscono molto positivamente e crescono all’improvviso. E’ la dimostrazione che siamo tutti fatti in maniera diversa.

In America, dove vi è molta più letteratura sull’argomento, si lavora invece molto di più sulla prevenzione, fin dalle giovanili: preparano fin da subito il ragazzo ad affrontare con più consapevolezza l’attività agonistica. È un aiuto a una maggiore conoscenza di se stessi, a una maggiore consapevolezza.’

Ad alto livello sempre più atleti si fanno seguire da mental coach specializzati (come ci ha raccontato anche Federica Brignone):

‘Questo è sicuramente positivo. Attenzione però che c’è differenza tra mental coach e psicologo sportivo: il mental coach utilizza delle tecniche da applicare, lo psicologo lavora più in profondità sulle emozioni, integrando ed adattando le tecniche con la personalità dell’atleta. La cosa più importante è capire di cosa l’atleta ha bisogno in quel momento e personalizzare il più possibile l’intervento.

Per esempio, per i problemi più ricorrenti che riscontriamo sugli atleti dello sci è importante un lavoro più profondo. Le problematiche che più comunemente si riscontrano sono legate all’ansia da prestazione. Il risultato e la prestazione vengono caricate di enormi aspettative, dimenticandosi del processo, ossia di come ci si prepara e si affronta il momento della gara. Altro tema importante è quello della tolleranza della frustrazione che scaturisce dall’impossibilità e dalla falsa aspettativa di poter ottenere tutto e subito.

Queste due tematiche sono lo specchio dei tempi: al giorno d’oggi basta un click e tutto è a portata di mano. Invece, occorre far capire ai giovanissimi che ci vuole una pianificazione, che è fondamentale porsi degli obiettivi commisurati alle proprie capacità del momento e che per raggiungerli sono necessarie perseveranza e costanza. Bisogna poi mettere in conto che può capitare che quell’obiettivo non venga centrato e allora sarà necessario un paziente lavoro di ri-definizione e adattamento. Se ci pensiamo, maturare queste capacità non è utile solo nell’ambito sportivo, ma anche scolastico, lavorativo e relazionale.

Lavorare sugli allenatori

Quanto è importante il fattore ‘allenatore’ sulla crescita psicofisica dei ragazzi?

‘Il lavoro degli allenatori è importantissimo. E’ fondamentale il tipo di messaggio che l’allenatore dà al ragazzo. Se, per un errore commesso, dico all’atleta ‘sei un cretino’, sto definendo l’atleta per l’errore che ha fatto. Invece l’errore è un passaggio per modificare quel comportamento e lavorarci su, è un’occasione di lavoro.

Spesso atleti dello sci vanno veloci in allenamento, ma al cancelletto della gara si annebbia tutto: il problema è nella testa. A volte la risposta degli allenatori a questo problema è ‘fai più pali’. La conseguenza è che a un certo punto i ragazzi si stufano e abbandonano lo sport, perchè l’allenatore non ha capito e accolto il vero problema.’

Si riscontra però una certa maggiore sensibilità di giovani atleti e famiglie su tema psicologico:

‘La sensibilità sta effettivamente aumentando da parte di ragazzi e famiglie, ma meno da parte degli allenatori. Mi è capitato anche di seguire atleti di alto livello che venivano da me quasi di nascosto, perchè l’allenatore era addirittura contrario. Sono casi isolati, ma è vero che c’è ancora molto lavoro da fare per integrare le rispettive competenze e metterle al servizio dell’atleta.’

L'aspetto educativo

Psicologia ed educazione sono due aspetti differenti della formazione della persona, ma hanno elementi in comune, anche nello sport. L’educazione ha a che fare con una proposta umana integrale, mentre la psicologia tende a studiare e lavorare solo alcuni aspetti della mente.

A livello educativo è vero però che, per esempio, il comportamento e la comunicazione indiretta sono molto importanti: i ragazzi imparano quello che osservano. Se un allenatore sbeffeggia l’avversario, sta passando un messaggio. Si può lavorare anche su questo, anche se la struttura umana dell’allenatore è quella e difficilmente si può cambiare, ma si può incidere in maniera importante sui comportamenti e sulla comunicazione. Sugli allenatori è possibile comunque fare un bel lavoro in questo senso, ed è importante farlo perchè fanno parte dell’educazione dei ragazzi così come i professori, i genitori, e le diverse figure significative che appartengono alla vita del ragazzo.

Lo sport agonistico e la scuola

Veniamo al tema caldo soprattutto nello sci agonistico, quello del rapporto tra sport e scuola.

Il rapporto rischia spesso di essere conflittuale: se non si riesce a collaborare, si costringe ragazzini di 15/16 anni a scegliere tra scuola e sport. Ma a 15/16 anni non è tempo di fare scelte, lo sport deve essere importante esattamente come studiare storia o matematica. Non è assolutamente detto che chi fa agonismo deve scegliere tra scuola e sport. Anzi, spesso chi fa agonismo impara ad organizzarsi molto meglio il tempo e le energie. Impara a fare dei sacrifici e a capire il valore del perseguimento di un obiettivo. Occorre quindi che allenatori e professori collaborino per formare la persona e la personalità nella sua interezza. E’ difficile, ma è la strada da percorrere se vogliamo contribuire tutti a uno sviluppo sano, equilibrato e completo dei nostri ragazzi.

 

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Sci da gara: 4 consigli per la verifica della preparazione

Anno nuovo, vita nuova, gare nuove. Con l’inizio del 2019 si entra nel pieno dell’inverno e della stagione agonistica, con il ciclo di gare per grandi e piccoli nelle varie categorie. Gli attrezzi del mestiere sono ormai collaudati almeno dall’autunno, occorre però prestare molta attenzione alla preparazione degli sci da gara.

Se nelle categorie professionistiche ci sono skiman specializzati che curano ogni minimo dettaglio per preapare lo sci da gara in maniera perfetta e su misura per l’atleta, nelle categorie minori il ruolo è coperto dagli allenatori. E’ vero, non avranno l’esperienza degli skiman professionisti, ma eseguono comunque una preparazione attenta e precisa in modo da avere un’attrezzatura idonea e preparata adeguatamente per non compromettere la prestazione in gara dei propri ragazzi.

Ma cosa è bene verificare per avere uno sci da gara adeguato? Quali sono gli aspetti principali da tenere in considerazione?

Ecco quindi 4 consigli da seguire per verificare la buona preparazione dello sci da gara:

1. Pulizia della soletta

Come tutti sappiamo lo sci è un attrezzo che scivola sulla neve, quindi per prima cosa è importante la manutenzione e la preparazione della soletta. È fondamentale pulirla bene con solventi appositi e mantenerla sciolinata quando non si utilizzano gli sci da gara, in modo da preservare le sue proprietá di scorrimento e proteggerla da polvere e sporco. Il giorno prima della gara bisognerá sciolinarla con la sciolina adeguata in relazione a temperatura e umiditá della neve. Informarsi quindi sempre sulle condizioni meteo del giorno della gara e anche dei giorni precedenti per capire come può essersi trasformata la neve.

2. Giusto filo alle lamine

Altro elemento fondamentale sono le lamine, quei lunghi profili metallici che contornano lo sci e ci permettono di avere aderenza in curva. Hanno l’importante compito di creare un vincolo con la neve e permettere allo sci di deformarsi e farci fare curve da sogno. Le lamine sono probabilmente la parte dello sci da gara più difficile da curare, e quindi occorre prestare particolare attenzione. Anche qui la preparazione varia a seconda del tipo di neve: servirà un filo piu’ aggressivo in caso di fondo ghiacciato o molto duro, oppure un filo piú soft se la neve è molle, come spesso succede a fine stagione o dopo una nevicata.

La quantitá di filo è quindi importante per non perdere aderenza in curva e dare sicurezza e fiducia allo sciatore, ma allo stesso tempo non deve essere troppo esasperata per evitare di avere difficoltà a curvare. A volte si ha la sensazione che gli spigoli rimangano ‘agganciati’ (come si dice in gergo), e questo può essere dovuto alla troppa presenza di filo in prossimità della punta e della coda dello sci.

3. Corretta taratura degli attacchi

A volte vengono trascurati, ma è invece importante controllare sempre gli attacchi. Vanno infatti regolati considerando il proprio peso, le proprie abilitá tecniche, e le condizioni della pista. Se è molto rovinata con buchi e scalini bisognerá infatti indurirli leggermente più del solito, per evitare che si sgancino sul piú bello per colpa delle vibrazioni causate dalle asperitá del terreno. I vostri attacchi sono tarati correttamente per le condizioni della gara di domani?

4. Imparare, imparare, imparare

Eh sì, come in ogni cosa c’è molto da imprarare. E grazie a Dio il mondo dello sci italiano è pieno di skiman e allenatori con esperienza e capacità. Già, perchè la preparazione dello sci rimane comunque un connubio di arte ed esperienza, e difficilmente si può improvvisare. Pertanto il nostro ultimo consiglio è: imparate da chi ha più esperienza.

Con questi accorgimenti siete pronti per iniziare la stagione agonistica e raggiungere i vostri obiettivi.

Casco allacciato, maschera giù e buona stagione a tutti quanti!

 

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Skipass Modena, quando gli sport invernali vanno in vetrina

In questi tempi di riscaldamento globale, di scioglimento dei ghiacciai, e di crisi del settore, una fiera come Skipass è come respirare dopo minuti di immersione: una vera boccata d’ossigeno. Un posto dove si incrociano tutte le anime degli sport invernali, soprattutto le due principali: quella degli sciatori da una parte, e quella dei freestyler dall’altra. Due anime accasate nei due padiglioni di Skipass: quello delle stazioni sciistiche, della Fisi, delle grandi case di materiali da sci, e di tutto ciò che ruota attorno alle piste. E l’altro dei negozi di tavole, di abbigliamento largo con dj a tutto volume, di style e di freestyle, e di ragazzi che si esercitano in esercizi di equilibrismo e arrampicata.

Ma i due padiglioni sono comunque un crogiuolo delle due genti, dove lo snowboarder parla con il campione di sci alpino, e il piccolo agonista passando a comprare gli sci nuovi si ferma a vedere i funamboli sulla slackline.

Nel pomeriggio di sabato la fiera è strapiena: mentre la Fisi presenta le squadre nazionali in una sala stracolma di gente, una lunghissima coda di auto si forma dal casello fino alla Fiera per non perdersi la Coppa del Mondo del Big Air in programma alle 18.00. Nel frattempo nei negozi dentro i padiglioni di Skipass non si riesce a girare, e la temperatura diventa più adatta ad un evento di sport tropicali piuttosto che invernali. Ma un significato c’è: vuol dire che il popolo degli sport invernali è vivo eccome, questo è un dato di fatto. E probabilmente la derivata della curva, che ha avuto un andamento parallelo a quella della crisi economica, sta tornando ad essere positiva.

E c’è un altro dato di fatto: gli sport invernali aumentano in numero e varietà. Basta assistere all’evento organizzato da Fisi per vedere sul palco campioni di ski-roll, ski-cross, combinata nordica, sci di velocità, skeleton e molte altre discipline che solo qualche anno fa forse non sapevamo neanche cosa fossero. E’ vero che a comandare c’è sempre lo Sci Alpino (e ringraziamo..), ma la proposta è varia, e questo non può che giovare al movimento.

Parlando di Sci Alpino, vedere i ragazzi e le ragazze della nostra Nazionale così cercati ed ammirati dalla ‘gente comune’ presente non può che far piacere. C’è sempre un po’ di imbarazzo nell’approcciare un atleta per una foto, una domanda o una battuta, eppure anche su questo tema sono stati fatti passi avanti, con una evidente maggiore disponibilità da parte dei nostri atleti, cosa che non può che fare bene a tutti. Si nota che, sulla comunicazione, qualche formazione agli atleti e qualche miglioramento sul tema è stato fatto, anche se sicuramente si può ancora perfezionare tanto altro. Ma intanto un altro mattone è stato posto a Skipass: il popolo della neve sta tornando, rifate lamine e fondo.

Sci Alpino agonistico: 8 motivi validi per cui vostro/a figlio/a dovrebbe praticarlo

sci alpino

Ormai il trend è purtroppo netto: in Italia il numero di praticanti sportivi in età adolescenziale è in calo preoccupante, come riporta la SIP, la Società Italiana Pediatria (leggi: l’addio degli adolescenti italiani allo sport). Eppure le proposte sportive, soprattutto nelle grandi città, non mancano, e le famiglie si trovano spesso a valutarle nei mesi estivi, in periodo di preiscrizioni.

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