Errori, occasioni di apprendimento

Di Valentina Penati

L’errore è qualcosa da evitare.

L’errore deve essere punito.

L’errore comporta necessariamente un giudizio negativo su di sè.

In un’epoca votata al successo e al risultato “tutto e subito” l’errore, semplicemente, non è ammesso. E con questa convinzione molti di noi sono cresciuti e buona parte dei ragazzi di oggi sta crescendo.

Fin dalla scuola viene segnalato l’errore con la minacciosa penna rossa, spesso omettendo la spiegazione dell’errore stesso o dimenticando di fornire gli strumenti perchè non si commetta più quello sbaglio. Hai sbagliato e te lo segnalo, punto. Con la penna rossa, che risalta di più.

Pretendiamo di saper fare bene e subito qualsiasi cosa e quando commettiamo uno sbaglio lo viviamo come una tragedia, non concedendoci e non concedendo la legittima possibilità di sbagliare. Ma non perchè non c’è stato impegno, ma perchè l’apprendimento è questo. L’apprendimento è passare attraverso gli errori, le cadute e le battute d’arresto. Come sarebbe possibile apprendere se non si facessero errori? Dal momento che non nasciamo conoscendo e sapendo fare già tutto, e che anche quando pensiamo di conoscere e saper fare tutto siamo solo all’inizio (un certo Socrate diceva “So di non sapere”), l’errore rappresenta l’occasione per confrontarsi con ciò che ancora non si padroneggia.

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Fattore positivo

L’errore segnala che una certa cosa non la conosco o non la so fare, ma questo non significa che sono inchiodato lì nella mia incompletezza. L’errore mi segnala che c’è uno spazio di apprendimento e di crescita. Qualcuno ora potrebbe dire “ok, ma sbagliare perchè non sai o non sai fare una cosa è un conto, ma sbagliare per distrazione o mancanza di concentrazione è un altro discorso!”. Vero, qualitativamente sono errori diversi ma in entrambi i casi c’è un vuoto di competenza. L’errore commesso per distrazione ci dice che quella persona ha margini di miglioramento sulla concentrazione e sull’attenzione sostenuta e su quello si può lavorare.

Dire a un ragazzo, un atleta ad esempio, “hai sbagliato quel passaggio perchè non sei stato attento, sei sempre il solito distratto” non è in alcun modo informativo. Nè lascia spazio alla crescita e, anzi, suona come una bella ramanzina. Dire invece “hai sbagliato quel passaggio perchè hai avuto un calo attentivo. Dobbiamo lavorare sulla tua attenzione, per renderla continua tutto il tempo della prestazione” è un feedback che ha tutt’altro sapore e apre alla possibilità di una crescita piuttosto che appiccicare l’etichetta di “disattento”.

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I nostri migliori amici

Non poter sbagliare perchè, come dicevamo, l’errore non è ammesso, genera una pressione schiacciante che non fa altro che condurre a un fallimento della prestazione. Questo tipo di approccio, votato all’evitamento dell’errore, innesca un circolo vizioso improduttivo che porta a una focalizzazione su ciò che non va fatto ma che non da’ alcun tipo di orientamento su ciò che invece va fatto. Ripetersi “non sbagliare, non sbagliare, non sbagliare” agisce a livello emotivo incrementando i livelli di arousal e a livello cognitivo portando l’attenzione esattamente laddove non deve andare (e cioè sull’errore) distogliendola da ciò che invece va fatto. Siccome Emozione + Pensiero = Comportamento, allora eccessivo arousal + pensiero disfunzionale = comportamento improduttivo.

Meglio dunque accogliere gli errori come parte del processo piuttosto che evitarli o scacciarli, e farli diventare i nostri migliori amici, perché hanno molto da insegnarci.

7 domande frequenti sullo sci club agonistico

Se state leggendo questo articolo significa che avete pensato (o state pensando) almeno una volta di iscrivere vostro figlio/a ad uno sci club agonistico. Lui/lei ve lo chiede da tempo, ama sciare, e gli piacerebbe poterlo fare sempre, ogni weekend. E non vede l’ora, un giorno, di poter fare le gare, di buttarsi tra i pali nella corsa contro il cronometro.

Ma avete sentito in giro tante cose sulla pratica dello sci alpino agonistico, e le idee non sono chiarissime.

E’ vero, intraprendere l’attività agonistica nello sci alpino è un cammino impegnativo e faticoso, bisogna saperlo. Ma, per chi ha la passione, può essere pieno di soddisfazioni e diventare un percorso di crescita veramente straordinario. I motivi per cui lo sci alpino agonistico è uno sport formativo sono innumerevoli, gli 8 principali li puoi scoprire qui.

Va da sè perciò che nell’approcciare uno sport così impegnativo le domande che sorgono sono tante, sia nei ragazzi che nei loro genitori. L’impegno richiesto, il costo, il tempo… e lo studio?

Cerchiamo di rispondere alle 7 domande più frequenti.

1) Che livello di impegno è richiesto?

L’impegno richiesto da questo sport è molto alto. E’ uno degli aspetti educativi dello sci agonistico: se vuoi raggiungere soddisfazioni, e non solo a livello di risultati, occorre impegno, sacrificio, resilienza, e tanta passione. Ma il tutto verrà ampiamente ripagato.

La stagione agonistica inizia a giugno, con allenamenti estivi e autunnali fino a novembre: in parte in ghiacciaio sugli sci, e in parte di preparazione atletica (vedi domanda n. 5). Soprattutto in questa stagione, la lontananza da casa e la convivenza stretta con i compagni fanno dello sci alpino, al contrario di quanto possa sembrare, uno sport di squadra a tutti gli effetti.

A dicembre si apre poi la stagione invernale, con allenamenti (almeno) ogni weekend in preparazione alle gare, che solitamente sono concentrate tra gennaio e marzo.

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2) Come si concilia l’impegno agonistico con lo studio? Si fanno molte assenze a scuola?

La scuola è sicuramente uno dei temi caldi per chi pratica sci agonistico. Tra viaggi, trasferte, allenamenti, e qualche gara (o allenamento) infrasettimanale, il tempo rimanente non è poi molto. Eppure proprio questo è uno degli aspetti più educativi dello sci agonistico: sfidare il ragazzo a mantenere un certo equilibrio tra sport e scuola, cercando di sfruttare ogni momento libero per portare avanti gli studi. E’ una responsabilità e una dote che pochi ragazzi acquisiscono, al di fuori dello sport, e soprattutto di questo sport.

Imperativo: non perdere tempo, mai

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3) Che tipo di allenamento è richiesto durante la settimana?

Chi abita nelle località di montagna può allenarsi anche durante la settimana, dopo la scuola. Molti sci club lo propongono, ma per chi vive lontano ciò è praticamente impossibile. Durante la settimana quindi il consiglio è quello di praticare altri sport, almeno fino alla categoria children, e di mantenere la forma fisica con un programma di preparazione atletica, soprattutto per le categorie più alte.

L’obiettivo è quello di allenare il fisico sulla coordinazione e sull’adattamento a qualsiasi condizione e stimolo, per poi più avanti lavorare anche sul potenziamento muscolare. La multidisciplinarità è un aspetto ritenuto sempre più importante, non a torto, dai più grandi preparatori atletici.

4) Quante gare si fanno nella stagione invernale?

Il numero di gare in inverno dipende di nuovo dalla categoria e dal tipo di circuito in cui si gareggia. Nei circuiti Fisi provinciali si possono fare fino a 10 gare tra gare di Circoscrizione, Provinciali, Pinocchio, eventuali Regionali, etc, ma nella categoria giovani si può arrivare anche fino a 50 gare a stagione.

Fino alla categoria Pulcini si gareggia soltanto in slalom e gigante, dai children viene aggiunta anche la velocità con i SuperG.

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5) Come ci si allena in estate?

Come anticipato al punto 1, in estate si alterna preparazione atletica ad allenamento sugli sci in ghiacciaio. Dove? Stelvio, Cervinia e Les Deux Alpes i ghiacciai più gettonati, ma anche Saas Fee in Svizzera o, per allenamenti mirati di slalom, le strutture al coperto di Amneville in Francia o Landgraaf in Olanda.

La giornata di allenamento in estate è più spostata verso la mattina presto, quando si possono trovare condizioni di neve migliori, per terminare verso ora di pranzo e continuare nel pomeriggio con attività sportive di altro tipo.

Quanti giorni è bene sciare in estate-autunno? In generale più si scia e meglio è, senza però mai esagerare, soprattutto con i più piccoli: lo sci estivo-autunnale è un po’ più stressante di quello invernale per le condizioni che si trovano e la fatica che si fa ad andare in ghiacciaio (alta quota, lunghe funivie, orari anticipati, etc etc).

Mediamente si consiglia comunque almeno una ventina di giorni di allenamento in estate, per mantenere la forma fisica (soprattutto per i più grandi), aiutati anche dall’alta quota, e per lavorare sulla tecnica senza l’incombenza delle gare. Il numero di giornate può essere più basso per i cuccioli (tra i 10 e i 20 giorni), e più elevato per le categorie più alte (per i giovani si può arrivare anche a fare 30-40 giorni).

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6) Quanto costa partecipare a uno sci club agonistico?

Lo sci, lo sappiamo, è uno sport costoso già a livello turistico. L’attività agonistica, di conseguenza, ha costi piuttosto elevati se comparati con altri sport. Ovviamente tali costi sono variabili a seconda del tipo di sci club, della località, della distanza dalle piste, etc etc.:

  • Iscrizione allo sci club: può variare tra i 2000 € e i 4000 € a seconda della categoria e del tipo di proposta agonistica. Trasporti in località esclusi.
  • Attrezzatura: anche qui dipende dalla categoria, ma tra sci, scarponi, divisa ed accessori vari la spesa annuale può variare dai 1.000 € ai 2.000 €.
  • Skipass stagionale: dipende dalla località dove si fa base, ma in generale uno stagionale per atleti tesserati FISi può variare dai 400 ai 600 €, a seconda anche della Regione e della validità territoriale.
  • Hotel: le trasferte sono molte, soprattutto se non si abita in località. Inoltre la stagione estiva richiede comunque per forza di cose di alloggiare fuori. Il costo per i pernottamenti può variare dai 1.000 € ai 3.000 € a seconda della prima variabile in gioco….

Come visto i fattori sono molti: a seconda della categoria e della lontananza dalle montagne una stagione completa di sci club può costare dai 4.000 € ai 9.000 €.

7) E’ possibile conciliare lo sci agonistico con altri sport?

La storia recente ci insegna che esistono grandi campioni che eccellono in più sport, e non potremmo non citare Ester Ledecka, campionessa sia di sci che di snowboard. Sono ovviamente casi molto particolari, perchè se già è difficile eccellere in uno sport, figuriamoci in due…

E’ però vero che praticare altri sport aiuta molto, anche se più si alza il livello più è difficile trovare il tempo per allenarsi in entrambi.

In generale, comunque, tanti sciatori da giovani hanno praticato anche un altro sport ad ottimi livelli (p. es. Manfred Moellg o Riccardo Tonetti), e ciò significa che durante la settimana è possibile portare avanti anche un’altra attività sportiva.

Il consiglio è comunque quello di dare priorità ad uno sport, con la possibilità di praticarne un altro in settimana di supporto al principale, senza però mai tralasciare il tempo giusto per lo studio…

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Luisa Bertani: da Milano alla Coppa del Mondo è possibile!

sci club milano Luisa Bertani
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E’ milanese doc, zona stazione Centrale, Luisa Bertani classe ’96. Eppure la semplicità, la trasparenza e la genuinità che trasmette quando si parla con lei sembrerebbero quelle tipiche della gente di montagna. Ed in effetti nella sua storia c’è anche molta montagna, ed il suo accento particolare, un misto di varie parti di zone alpine, in qualche modo lo conferma.

La mamma di Luisa Bertani ci aveva visto giusto all’inizio del nuovo secolo quando, vedendo l’atteggiamento alla prima gara della figlia, la gara sociale dello Sci Club Cervino-Valtournanche, aveva capito che la bambina era fatta per quello sport: ‘aveva visto come mi concentravo, come mi preparavo, quanto ci tenevo, e quanto mi piaceva tutto questo!! E infatti per tutti i baby e cuccioli sono stata la seconda in Val D’Aosta, risultato non facile per una cittadina.’

Quindi il passaggio all’Equipe Limone nei children: ‘era una realtà più strutturata, con una programmazione seria anche durante l’estate, ed un ambiente più equilibrato e professionale. In effetti tutto ciò servì, perchè al secondo anno ragazzi feci una grande stagione: seconda al Pinocchio nazionale, prima e seconda al Topolino nazionale, terza agli italiani di gigante, ed altri ottimi risultati ancora.’

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Luisa e la scuola

Il tutto frequentando la scuola tedesca di Milano, con ottimi risultati ma non senza problemi: ‘A scuola, nonostante non fossi madrelingua tedesca, come invece tutti i miei compagni, andavo molto bene in tutte le materie. Eppure in terza media mi dissero che non potevo più fare quelle assenze (facevo anche 30 giorni di assenza all’anno): ci rimasi male ma potevo capirli.’

A quel punto Luisa Bertani decide, insieme ai genitori, di iscriversi alla Scuola Superiore Sport Invernali di Malles (BZ): ‘lì studiavo ragioneria, e potevo allenarmi quanto volevo. E’ stata un’esperienza molto interessante e non senza fatiche: il tedesco che si parla in Alto Adige è molto diverso, ho dovuto riadattarmi alla lingua e quindi ricostruire il rapporto con tutti i compagni. Ma alla fine sono entrata nel gruppo, lì le persone sono più semplici, come piacciono a me.’

Purtroppo però dal punto di vista sciistico fa diversi passi indietro: ‘non avevo più risultati importanti, non riuscivo ad evolvere: ero bravina ma non bravissima, ero una delle tante. Alla fine delle superiori volevo smettere con le gare e fare il Corso Maestri.’

Luisa e gli infortuni

Ma proprio in quel momento, tramite conoscenze, viene in contatto con Corrado Castoldi, allora allenatore di Roberto Nani durante il suo periodo migliore: ‘Con Corrado sono tornata quasi subito ad avere risultati. Con lui si lavorava molto e si curava ogni dettaglio. Ma proprio nel momento migliore, nel 2016 mi sono infortunata ad una vertebra. Nella sfortuna sono stata fortunata: a Sondalo mi hanno operato subito con una cifoplastica, una operazione all’avanguardia che non è scontato ottenere in poco tempo. E’ stata la salvezza, perchè sono riuscita a recuperare in pochissimo tempo.’

E infatti l’anno dopo Luisa Bertani vince il GP e conquista i primi punti in Coppa Europa: ‘sono stata anche migliore italiana alle finali di Coppa Europa, quarta agli italiani assoluti di gigante, e ho conquistato l’Argento ai Campionati Italiani Giovani. Sono entrata in squadra con Heini Pfitscher, e con lui ho fatto due belle stagioni in coppa Europa, ottenenedo anche qualche convocazione in Coppa del Mondo. La prima gara a Soelden però fu un disastro: penultima! Ma poi man mano mi sono sempre di più avvicinata alla qualifica per la seconda manche.’

Ma con gli infortuni purtroppo non finisce qui. All’inizio della stagione scorsa, ad Andalo, Luisa si blocca con la schiena: ‘scoprire di avere 3 protusioni non è mai una bella cosa per uno sportivo, vuol dire che devi curarti. Nel mio caso la dieta mi ha aiutato tanto, ma devi sempre stare attenta a caricare.’

In realtà, nonostante la poca atletica che Luisa può fare, la stagione non va male, e finisce con un ottimo terzo posto agli assoluti di gigante dietro a Bassino e Brignone. ‘Ma in testa avevo sempre il problema alla schiena. Durante la stagione avevo fatto solo scarico, niente atletica. Ma questa estate ho fatto un lavoro specifico all’HastaFisio di Asti: è stato provvidenziale, ora mi sento bene, sono in ottima forma per l’inizio della nuova stagione.’

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Luisa e Milano

Luisa Bertani è figlia di un ingegnere e di una casalinga, una famiglia che, insieme al fratello, la ha sempre accompagnata e sostenuta nello sport agonistico. ‘Milano offre tutto, è la mia città, ma io amo anche la montagna, le albe mozzafiato e parlare di cose ‘montanare’. Se ho potuto fare questa carriera devo ringraziare mia mamma che mi ha sempre accompagnato in giro per le Alpi: si faceva anche 60.000 km all’anno per me. E mio papà, che non mi ha mai ostacolato ed è sempre stato il mio ‘main sponsor’. Anche mio fratello ha fatto il mio stesso percorso, ma poi alla categoria giovani ha lasciato, è andato all’estero a studiare ingegneria meccanica.’

Coniugare la vita milanese con le trasferte non è facile: ‘Partivo il venerdì e tornavo il lunedì, saltavo diversi giorni di scuola. Da piccola la mia preparazione atletica in settimana era ginnastica artistica alla Pro Patria e Nuoto al Saini. Poi ho iniziato a fare atletica (alla Riccardi n.d.r.) oltre ad andare spesso al parco Sempione a fare la mia scheda atletica: con mia mamma e mio fratello ci mettevamo a fare gli esercizi. Ora ho un team a Vittuone che mi segue costantemente, anche per il mio problema alla schiena.’

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Luisa e le nuove generazioni

Cosa voglio consigliare ai bambini e ragazzi che praticano sci agonistico? Di curare l’aspetto motorio, perchè a Milano non si scia tutti i giorni: occorre fare attività fisica varia, anche sport diversi, per lavorare sull’equilibrio e sulla coordinazione. E poi occorre avere la gioia di andare a sciare, di fare i boschetti, e di divertirsi insieme. Da piccoli la vittoria non è importante: non fate solo pali, divertitevi, gustatevi lo sci!!’

‘Lo sport agonistico è stato per me, e lo è tuttora, una vera palestra di vita. Ti offre più variabili per affrontare le difficoltà, per stare con tutte le persone e per adattarti a tutte le condizioni. Perciò consiglio di godersi la vita da sportivi, e di avere la gioia di fare sport!

Con lo sci, insomma, si impara a vivere…

 

 

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Luca Sport: i segreti della bottega dello sci milanese

Quasi non si nota, incastrato tra una farmacia e un bar, il negozio di Luca Sport a Milano (www.lucasportmilano.it). Come quelle botteghe di una volta, dove vai a colpo sicuro perchè sai che sono lì da sempre: non hanno alcun bisogno di pubblicità. E infatti il negozio di Viale Monte Nero, soprattutto durante la stagione invernale, è un viavai continuo di clienti, atleti, appassionati, allenatori. Si riempie di tutte quelle persone legate al mondo dello sci che vengono a chiedere, curiosare, comprare, o anche solo ascoltare consigli. E non solo persone della zona: ‘entrano persone provenienti non solo da Milano, ma da tutta Italia e dalla Svizzera . D’altra parte la storia di questi anni ci ha permesso di diventare un riferimento per lo sci, soprattutto milanese ma non solo.’

Da più di 30 anni Marco Vinci gestisce Luca Sport, una vera bottega dedicata ai materiali da sci (e running , trekking e nuoto in estate), e una visione a 360 gradi del movimento agonistico milanese: ‘A Milano il movimento dello sci agonistico è molto ampio e in crescita, anche se piuttosto frammentato. Una buona parte delle famiglie hanno una seconda casa in montagna, affidandosi così agli sci club del luogo.’

Vendere materiali da sci: un'arte

Vendere materiali tecnici da sci non è facile, è ben diverso che servire nei grandi negozi di sport. Qui la differenza la fa la competenza, la capacità di consigliare il materiale giusto in base al livello e alle esigenze tecniche. E’ per questo che da tre anni Luca Sport si è dotato di una speciale macchina per la scansione completa del piede, così da individuare eventuali punti di pressione e adattare lo scarpone in maniera più mirata con le tecniche di Bootfitting.

Ma carpire i segreti di un professionista come Marco non è semplice: ‘Quando un atleta mi chiede uno scarpone mi assicuro innanzitutto che sia della misura corretta. Per i giovani atleti in crescita non una misura in meno, perché deve poter andare bene per tutta la stagione, ma neanche due misure in più (o tre come si vede non troppo raramente). Poi con il bootfitting si sistema la calzata. Non necessariamente i problemi di calzata degli scarponi derivano dalla misura troppo piccola, anzi è più probabile il contrario.’


Poi si apre il tema della durezza: ‘Per quanto riguarda la durezza cerchiamo di parlare con gli allenatori e di confrontarci con loro. Preferisco non eccedere con flex troppo alti, ma il dialogo con l’allenatore è molto importante, così come vedere un video in azione: un conto è la sensazione che ho io in negozio, un conto è il comportamento del ragazzo sulla neve. Ma nel dubbio preferisco il più morbido al più rigido.

Da piccoli dettagli si capisce se è lo scarpone giusto: ‘guardo come il ragazzo lo calza: spesso già da come si calza lo scarpone si capiscono tante cose. E poi come lo piega e come appare il feeling generale. E intanto osservo l’espressione del volto, per capire se lo scarpone va bene veramente o se il desiderio di possesso sta giocando brutti scherzi.

Se per lo scarpone ci vuole molta esperienza e competenza nel consigliare, ‘per lo sci non posso fare molto: altezza e peso contano molto, ma poi sciano con gli allenatori e per me gli allenatori devono avere l’ultima parola.

Luca Sport Sci club a Milano

L'evoluzione dei materiali

Il mondo dell’attrezatura da sci è in continua evoluzione, nonostante la crisi economica abbia lasciato strascichi in quasi tutte le principali aziende produttrici. Eppure per quanto riguarda lo gli sci c’è una evoluzione costante nei materiali e nelle impronte, ma nel mondo Racing è ben difficile che le ditte comunichino ciò che fanno o sperimentano. Ogni anno è una sorpresa, ed effettivamente nell’ultimo decennio il percorso evolutivo dei materiali è stato notevole.’

Discorso diverso invece per gli scarponi: ‘a parte una naturale evoluzione tecnica, la principale differenziazione, in atto ormai da qualche anno, è la sempre maggiore diffusione della personalizzazione degli scarponi.’

Perchè vendere materiali tecnici da sci non è mai professione da improvvisare, occorre possedere le giuste competenze per servire turisti ed atleti di qualsiasi livello: ‘cerchiamo di trattare anche il più piccolo atleta con la stessa attenzione e professionalità che dedichiamo agli atleti adulti.

Anche perchè, non si sa mai, qualche ‘piccolo atleta’ sarà un campione di domani…?

Sci da gara: 4 consigli per la verifica della preparazione

Anno nuovo, vita nuova, gare nuove. Con l’inizio del 2019 si entra nel pieno dell’inverno e della stagione agonistica, con il ciclo di gare per grandi e piccoli nelle varie categorie. Gli attrezzi del mestiere sono ormai collaudati almeno dall’autunno, occorre però prestare molta attenzione alla preparazione degli sci da gara.

Se nelle categorie professionistiche ci sono skiman specializzati che curano ogni minimo dettaglio per preapare lo sci da gara in maniera perfetta e su misura per l’atleta, nelle categorie minori il ruolo è coperto dagli allenatori. E’ vero, non avranno l’esperienza degli skiman professionisti, ma eseguono comunque una preparazione attenta e precisa in modo da avere un’attrezzatura idonea e preparata adeguatamente per non compromettere la prestazione in gara dei propri ragazzi.

Ma cosa è bene verificare per avere uno sci da gara adeguato? Quali sono gli aspetti principali da tenere in considerazione?

Ecco quindi 4 consigli da seguire per verificare la buona preparazione dello sci da gara:

1. Pulizia della soletta

Come tutti sappiamo lo sci è un attrezzo che scivola sulla neve, quindi per prima cosa è importante la manutenzione e la preparazione della soletta. È fondamentale pulirla bene con solventi appositi e mantenerla sciolinata quando non si utilizzano gli sci da gara, in modo da preservare le sue proprietá di scorrimento e proteggerla da polvere e sporco. Il giorno prima della gara bisognerá sciolinarla con la sciolina adeguata in relazione a temperatura e umiditá della neve. Informarsi quindi sempre sulle condizioni meteo del giorno della gara e anche dei giorni precedenti per capire come può essersi trasformata la neve.

2. Giusto filo alle lamine

Altro elemento fondamentale sono le lamine, quei lunghi profili metallici che contornano lo sci e ci permettono di avere aderenza in curva. Hanno l’importante compito di creare un vincolo con la neve e permettere allo sci di deformarsi e farci fare curve da sogno. Le lamine sono probabilmente la parte dello sci da gara più difficile da curare, e quindi occorre prestare particolare attenzione. Anche qui la preparazione varia a seconda del tipo di neve: servirà un filo piu’ aggressivo in caso di fondo ghiacciato o molto duro, oppure un filo piú soft se la neve è molle, come spesso succede a fine stagione o dopo una nevicata.

La quantitá di filo è quindi importante per non perdere aderenza in curva e dare sicurezza e fiducia allo sciatore, ma allo stesso tempo non deve essere troppo esasperata per evitare di avere difficoltà a curvare. A volte si ha la sensazione che gli spigoli rimangano ‘agganciati’ (come si dice in gergo), e questo può essere dovuto alla troppa presenza di filo in prossimità della punta e della coda dello sci.

3. Corretta taratura degli attacchi

A volte vengono trascurati, ma è invece importante controllare sempre gli attacchi. Vanno infatti regolati considerando il proprio peso, le proprie abilitá tecniche, e le condizioni della pista. Se è molto rovinata con buchi e scalini bisognerá infatti indurirli leggermente più del solito, per evitare che si sgancino sul piú bello per colpa delle vibrazioni causate dalle asperitá del terreno. I vostri attacchi sono tarati correttamente per le condizioni della gara di domani?

4. Imparare, imparare, imparare

Eh sì, come in ogni cosa c’è molto da imprarare. E grazie a Dio il mondo dello sci italiano è pieno di skiman e allenatori con esperienza e capacità. Già, perchè la preparazione dello sci rimane comunque un connubio di arte ed esperienza, e difficilmente si può improvvisare. Pertanto il nostro ultimo consiglio è: imparate da chi ha più esperienza.

Con questi accorgimenti siete pronti per iniziare la stagione agonistica e raggiungere i vostri obiettivi.

Casco allacciato, maschera giù e buona stagione a tutti quanti!

 

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Olimpiadi Milano-Cortina: 5 buoni motivi per cui vale la pena

Negli ultimi mesi se ne é parlato molto, e l’accoppiata Milano-Cortina alle Olimpiadi 2026 ci crede. Da poco anche Calgary ha gettato la spugna, e ora rimane solo Stoccolma come unica rivale. In un momento di incertezza politica ed economica del paese non c é modo migliore di ripartire se non dando un segnale forte. Il segnale dello sport e dell’eccellenza italiana.

E’ vero, il ritorno economico di eventi come le Olimpiadi non è, nell’immediato, a saldo positivo, e di questo occorre tenere conto. E non vogliamo neanche farci accecare solo dal’aspetto poetico e retorico dello sport, che ha comunque un fascino unico. Ma, analizzando la realtà cosí com’é, esistono almeno 5 buoni motivi per cui possiamo tifare per le Olimpiadi nella nostra città:

1) Può essere occasione per lo sviluppo di infrastrutture

Il ritorno economico di un grande evento nell’immediato è discutibile, ma è invece più chiaro quello a lungo termine. Gli investimenti in infrastrutture sono sempre un moltiplicatore importante per l’economia e, seppure sia stata presentata giustamente un’Olimpiade low-cost al fine di non gravare eccessivamente sulle casse pubbliche, qualche intervento a livello infrastutturale dovrà essere fatto. Ne gioverà tutto il nord Italia.

2) Si potrà replicare il modello Expo

Nonostante i ragionevoli dubbi di qualche anno fa, la gestione del post-Expo (grande evento paragonabile ad un’Olimpiade) sta dimostrando una grande capacità di sfruttamento delle occasioni da parte di Milano, anche una volta passato l’evento. A soli tre anni da Expo, infatti, sta già iniziando sull’area un grandissimo intervento di investimento e riqualificazione con il progetto MIND (leggi: Qui sorgerà MIND). Occorrerà avere la stessa progettualità.

3) Darà spazio agli sport invernali

Il nord-Italia ha una forte tradizione di sport invernali, e un’Olimpiade potrà finalmente dare un ulteriore slancio e impulso ai suoi praticanti e alle relative federazioni. Inoltre occorre non dimenticare che il turismo rappresenta circa il 4% del PIL italiano, e quello invernale ne rappresenta una parte rilevante.

4) Sarà la vetrina di due eccellenze italiane

Parlando chiaro, possiamo dire che Milano e Cortina sono due perle preziose nella collana delle eccellenze italiane. Milano, simbolo di produttività e di efficienza, oltre che della moda e del lusso. Cortina, simbolo dell’aristocrazia montana, un mix perfetto di splendore, eleganza, sport e storia. Un’ottima pubblicità per l’Italia.

5) Marcherà un obiettivo chiaro per le nostre Nazionali

La Fisi sta perdendo tesserati, lo sappiamo. Quale occasione migliore per rilanciare il settore degli sport invernali, e coltivare nuovi giovani con l’obiettivo di portarli alle Olimpiadi? A volte si accusa la nostra Federazione di mancanza di programmazione. Ecco, l’occasione per porsi un obiettivo importante a medio termine e raggiungerlo ce l’abbiamo tra le mani.

Bibiana Perez si racconta: dalla Coppa Del Mondo alla famiglia

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Quando la incontri per la prima volta, tutto diresti tranne che hai davanti una altoatesina cresciuta a pochi chilometri dal confine austriaco: carnagione scura, accento bergamasco, parlantina facile ed empatia immediata. Eppure Bibiana Perez, ex atleta Nazionale di Sci Alpino degli anni ’90 con 6 podi in Coppa del Mondo, è stata allevata a pane e sci nella sua Vipiteno, in una casa situata proprio a pochi metri dalla funivia. Anzi, dovremmo dire allevata a pizza e sci perchè il papà, napoletano, si trasferì sull’Isarco per cercare lavoro come pizzaiolo. E lo trovò proprio nella pizzeria che la sua futura moglie stava aprendo in quel periodo.

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